Con-tact

In un periodo di arresto globale causato dal diffondersi del Corona Virus, il mondo muore nell'impossibilità di esperire liberamente una realtà esterna; l'essere umano è già morto, se pur in vita, nel momento in cui, è la sua stessa percezione ad essere isolata. Come scrive Beau Lotto nel suo libro Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo: "La morte che tutti temiamo non riguarda tanto il corpo quanto la percezione, molti di noi sarebbero felici di sapere che dopo la morte corporale, la nostra capacità di percepire il mondo circostante potesse ancora continuare".

Il progetto Con-tact nasce da varie riflessioni e stati d’animo maturati in questo periodo di reclusione forzata e si costituisce di due lavori: H-eart-h e Land-escape, che se pur apparentemente distaccati, necessitano l'uno dell'altro per risvegliare nell'essere umano un sentire con il cuore, l'esser con se stesso abitando una terra che se pur immaginaria diventa reale nel momento in cui si fa emozione. Nella sua complessità il progetto vuole essere una possibilità per il pubblico di esperire una realtà nuova, uno spazio concettuale in cui lo stato d'ansia, di sospensione e d’immobilità che permeano la vita reale, vengono trasformati in uno stato di quiete e di speranza. Quelle che propongo sono visioni paesaggistiche inventate, non esistono nella realtà, luoghi senza tempo e senza regole, nate dall'elaborazione virtuale di calchi in gesso di corpi umani. Non possiedono un significato univoco ma hanno invece una funzione ben precisa: sono protesi sensoriali pensate per riaccendere la percezione dell'osservatore, dandogli una nuova possibilità di esistenza, di abitare una nuova realtà con tutto il suo essere: mente corpo e cuore, il sentirsi nuovamente vivo.